Uniporn.tv, la piattaforma di porno etico in Italia

Condizioni di lavoro nell’industria pornografica. Cultura del consenso. Film indipendenti vs. porno mainstream. Pensiamo mai a questi argomenti quando cerchiamo online dei video che ci facciano eccitare? Abbiamo anche solo idea di che cosa sia il porno etico? Per parlare di questi argomenti abbiamo intervistato il collettivo che ha fondato e gestisce Uniporn.tv.

Uniporn.tv

Uniporn.tv è il primo catalogo in Italia a proporre contenuti pornografici ed erotici di tipo etico. La piattaforma è suddivisa in due sezioni, il catalogo vero e proprio e il blog. Il catalogo, in costante aggiornamento, contiene numerosi film (divisi in corti, medi e lunghi), ognuno dei quali corrisponde a fasce di prezzo. Non vi sono contenuti gratuiti perché il riconoscimento economico è un aspetto centrale del progetto. Conseguentemente, non vi sono nemmeno filmati amatoriali (non perché Uniporn.tv non creda nel DIY, ma perché non potrebbero avere garanzie sulla sicurezza in cui sono stati girati).

Accanto al catalogo c’è il blog, dove vengono pubblicati approfondimenti che riguardano la sessualità, la pornografia, il sex work, ecc. Uno spazio fondamentale di confronto e divulgazione.

Ciao Uniporn.tv. Chi siete?

Uniporn.tv è un collettivo molto poroso di persone, attivist*, che provengono da diversi settori (dall’educazione al cinema, dall’editoria all’informatica). Ognuno di noi con le sue specifiche professionalità collabora alla costruzione della piattaforma. 

Come mai avete scelto questo nome?

Il nome viene dall’unicorno, che abbiamo scelto come simbolo perché è legato a un immaginario queer e inclusivo. Inoltre è facilmente riconoscibile, è accattivante per un pubblico più giovane e con questo cerchiamo di rendere il nostro catalogo più facilmente attraversabile per chiunque.

Che cosa è il porno etico?

porno etico

Quello etico è un porno in cui alle persone che vi hanno lavorato (performer in primis, ma anche tutte le altre) sono stati garantiti una serie di diritti. Quali? Innanzitutto il giusto riconoscimento economico, come in ogni settore lavorativo, e, in secondo luogo, l’aver lavorato in uno spazio safe (sicuro). Questo significa che i limiti del consenso (concordati sia tra performer sia con regist* ad esempio) sono stati rispettati. Significa inoltre che non siano stati coinvolti minori, persone non consenzienti o inconsapevoli di essere filmate o che la propria immagine sia diffusa. Sembra una banalità ma molte volte vengono distribuiti e condivisi sulle principali piattaforme pornografiche dei video privati in cui non c’è il consenso delle persone coinvolte. 

Per garantire che i film da noi scelti siano etici, chiediamo al/la regista o produttore/rice di firmare all’interno del contratto una clausola di eticità in cui garantisce che sono stati rispettati determinati standard lavorativi, che non vi siano minori coinvolti e che vi sia il consenso dei/lle performer. È una garanzia anche per l’utente, che sa di non trovarsi di fronte a filmati di abusi.

Quali sono le condizioni lavorative di chi lavora nel porno mainstream?

Sono due questioni che non necessariamente vanno a braccetto. Vi sono produzioni “mainstream” dal punto di vista del contenuto o del budget che hanno standard lavorativi molto alti, e viceversa produzioni “indipendenti” che non rispettano la sicurezza di chi vi lavora. Diciamo che essere indipendenti non è di per sé garanzia di tutela. Poi forse la domanda sarebbe da rivolgere più ai lavoratori, noi lavoriamo più sulla distribuzione.

Ovidie nel suo Pornocracy racconta sotto forma di docureportage la trasformazione dell’industria pornografica e della sua ascesa nel web. La possibilità di fruire pornografia gratuita online ha modificato la qualità della pornografia stessa?

La pornografia fruibile gratuitamente online ha ampliato in maniera esponenziale i prodotti a cui un gran numero di persone possono accedere più facilmente che in passato. Si sono moltiplicati i contenuti e, a volte, si sono abbassati gli standard qualitativi a causa della grande richiesta di materiale.

Tuttavia, sono molte le case di produzione, regist* e performer che basano il proprio lavoro sulla qualità della pornografia sia da un punto di vista dei contenuti sia della produzione, ed è a costoro che Uniporn intende dare supporto.

Perché dovremmo pagare per guardare film porno?

Perché significa riconoscere il lavoro e la professionalità delle persone che ci hanno lavorato. Non c’è nulla di diverso dall’acquistare un cd musicale, dal leggere un libro, dal guardare una serie tv su una piattaforma on demand o andare al cinema. 

Perché in Italia si sentiva il bisogno di un sito di porno etico e come mai, secondo voi, non è mai stata realizzata prima?

In Italia parlare di sessualità e desiderio è ancora abbastanza complicato in generale, figurarsi di pornografia. Ci sono state delle esperienze importanti che hanno aperto delle prime brecce (“Le ragazze del porno” sicuramente è una di queste) ma il settore è però indubbiamente monopolizzato dalle grosse piattaforme mainstream. Per poter ricavare uno spazio indipendente è necessario unire strumenti differenti, forze e competenze, e già questo non è sempre possibile. Il sex work inoltre in Italia non è tutelato, il contesto giuridico non è sicuramente dei più favorevoli.

Pensate che la pornografia possa aiutare a parlare di una sessualità positiva? In che modo?

Il motivo principale per cui abbiamo deciso di iniziare questo progetto è perché crediamo che la pornografia abbia un ruolo centrale nella costruzione di una cultura del consenso. Sicuramente è uno dei primi spazi di scoperta e formazione per le fasce di età più giovani, che si affacciano con curiosità al mondo del piacere, ma è anche un luogo attraversato da chiunque in qualsiasi momento della propria vita. La pornografia entra anche nella nostra vita privata, nelle nostre relazioni con gli altri corpi e con il nostro. Ci insegna a godere e come fare godere, ha una grossa responsabilità.

In questo senso abbiamo scelto lo slogan “Se non posso godere, non è la mia rivoluzione”. Il riconoscimento del desiderio è intimamente legato con il riconoscimento della soggettività.

Qual è il vostro target?

Cerchiamo di essere attraversabili da chiunque, da ogni soggettività e da ogni fascia di età. Molte persone ci scrivono perché prima di navigare la nostra piattaforma non avevano idea esistesse la possibilità di un porno etico, e questo è importantissimo per noi. 

Come vedete l’industria pornografica tra 10 anni?

La vediamo sex positive, inclusiva, intersezionale, transfemminista e antirazzista. La vediamo con le tutele sindacali necessarie e riconosciuta come qualsiasi altro settore economico. E la vediamo come uno spazio di libertà in cui divertirci, scoprirci e soprattutto godere.